Marco

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Il (mio) punto della (nostra) situazione

Prossima gara

Al momento non ci sono gare in programma.

Era da un po’ che non scrivevo sul mio sito, perciò eccomi qui con una riflessione a 360° su quello che sto vedendo e che ho visto negli ultimi tempi.

La protesta dei forconi

Sinceramente – come tanti altri italiani – non ho capito a pieno di cosa si tratta. Ci sono persone che protestano contro il governo, chi per le quote latte, chi per il prezzo del carburante, chi perché non ce la fa più e chi perché… boh, sono a casa disoccupato o sfiduciato, protesto anch’io. Sono in parte d’accordo con questa protesta, in parte no. Sono d’accordo perché siamo in uno stato ancora piuttosto libero, e dunque è un nostro diritto protestare; ci sono un sacco di punti per cui farlo, e perciò trovo giusto far valere i propri diritti. Non sono d’accordo perché bisognava svegliarsi prima, se c’è un governo “illegittimo” è perché tutto quello che è successo prima è stato legittimato da una popolazione che finora ha dormito, ha subìto, e si è fatta intortare un po’ da tutti; ricordiamoci che chi è salito al potere prima di questa situazione lo ha fatto perché è stato votato, e l’astensionismo non ha fatto altro che alimentare questa realtà. Per questo motivo sono d’accordo su molti punti di questa lettera che ho trovato per caso oggi. Su molti, non su tutti. La cosa preoccupante è che c’è chi ancora osanna il Duce. Ecco, questo è segno di stupidità a mio parere, perché è vero che ha preso molte decisioni i cui vantaggi continuiamo a trarre anche oggi, ma si trattava di misure per creare il consenso (questo sconosciuto, eh?) per poi andare in guerra per riformare l’Impero Romano. Ed il bello è che ci siamo (parlo come popolo, perché me ne sento parte, anche se le mie idee – per fortuna – sono smarcate dalla massa) fatti fregare di nuovo con Berlusconi, e siamo pronti a farci fregare di nuovo da qualcun altro.

Fare le cose all’italiana

Aveva ragione Churchill, quando diceva che “Il problema più grosso dell’Italia sono gli Italiani“. Non abbiamo memoria storica e nella maggior parte dei casi siamo abituati a fare le cose “all’italiana”: nel mio comune si è insediata una giunta grillina e, mentre tutti all’inizio sono saliti sul carro del vincitore, ora più di qualcuno si dice scontento. Perchè? Trascurando i soliti “Perché non stanno facendo niente” delle chiacchiere da bar di chi parla senza informarsi, si nota che le cose le stanno facendo, e bene; ed è proprio lì il problema, perché ora che si sta smettendo di fare le cose all’italiana, le persone sono disorientate: basta clientelismi, basta favoritismi, si lavora per ridurre gli sprechi. E così meno persone ci mangiano, e sale il malcontento. Allo stesso modo, a livello nazionale: facciamo la TAV perché dà lavoro, Expo 2015 perché dà lavoro, il “Ponte” (chi l’ha più sentito?) perché crea lavoro… per chi? Per i grandi forse, non certo per tutti i piccoli che costituiscono l’ossatura del nostro paese. Tanto varrebbe allora fa scavare buche per poi riempirle, crea lavoro ed almeno non fa danni. Sì, Roosvelt lanciò l’America con questo modo di fare, ma si trattava di opere utili!

Quindi?

La situazione è difficile, siamo nella merda fin sopra ai capelli. Ma questa non è certo una motivazione valida per lamentarsi o scappare; siamo degli Schettino? Se qualcuno è uno Schettino, è bene che se ne vada. Io penso che non ci siano problemi irrisolvibili, ma prima bisogna cambiare la mentalità agli italiani: basta armi di distrAzione di massa, basta lamentele sterili, basta lavori “all’italiana”. Rimbocchiamoci le maniche, lavoriamo per un’Italia (ed un mondo) migliore.

La mia soluzione

Io sono convinto che se ci diamo da fare ce la possiamo fare. Abbiamo i migliori ricercatori, i migliori designer, delle menti brillanti in ogni campo: dalla tecnica all’arte, dalla base fino alla cima della piramide. Sono dati di fatto, il mondo ci invidia di tutto e noi non lo valorizziamo. Smettiamo di essere il paese delle possibilità sprecate, iniziamo a farle fruttare! Se si lavora bene non c’è crisi. L’eccellenza non conosce crisi. Smettiamo di incentivare le aziende ad andarsene, dobbiamo lavorare sulle nicchie di mercato, limitare la produzione ma fare cose che gli altri non fanno, o almeno prima che comincino a farle! So che abbiamo troppa burocrazia e troppe tasse, e per questo dico che abbiamo bisogno di politici veri che sappiano che la politica è il massimo livello di integrità morale. E politici di questo tipo ce ne sono, solo che preferiamo votare chi fa chiasso, chi ha la squadra di calcio, chi vuole cacciare a casa tutti gli immigrati. Abbiamo bisogno di industriali veri come Ferrari, Olivetti, Mattei. Persone che oltre alla fabbrica, invece della Mercedes in garage o la villa alle Hawaii, costruisce una scuola per formarsi i lavoratori di domani. Gli appartamenti per i propri lavoratori. Che invece di intascarsi tutto il profitto, chiudere l’azienda e portarla all’estero con un altro nome sappia dare ad un Paese da cui ha ricevuto tanto. Ed infine l’energia. Le soluzioni ci sono, ed è inutile parlare di lavoro senza pensare all’energia; dovrebbe essere il primo problema, quello energetico, perché con un’energia più economica costerebbe meno produrre, costerebbe meno vivere, i trasporti pubblici potrebbero essere potenziati, e tutti ne avrebbero un beneficio. Le lobby del petrolio sono pericolose, e questo è un punto in più a favore dei politici contropallati di cui abbiamo bisogno. Quelli che, quando si è scoperto che gli americani ci spiavano, avrebbero dovuto fargli sbaraccare un po’ di basi, ma che invece si son limitati a qualche proclamo in TV per poi dimenticare tutto in perfetto Italian Style.

Ed io?

Sto vivendo un momento tanto duro quanto soddisfacente. Pochissimo tempo libero, tanto lavoro, poco tempo per studiare, poche ore di sonno. Lavorare mi dà molta più soddisfazione che studiare, non è un mistero e non so per quanto tirerò avanti all’università. Però mi sto godendo questo momento fatto di momenti intensi con persone eccezionali. Una figata. Alla prossima.

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