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In the draft #4: le piste

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La NASCAR è una categoria famosa per le gare su piste ovali, ma non sono tutte identiche.

Ogni tracciato ha le sue caratteristiche, e ad interrompere la serie di piste “tonde” troviamo anche piste non ovali (i cosiddetti “Stradali”) sia nel calendario della Sprint Cup Series che Nationwide Series, rispettivamente 2 piste per ciascun campionato. La Truck Series invece si limita a sole piste ovali, le quali si percorrono sempre in senso antiorario in tutte e 3 le categorie.
La Sprint Cup corre a Watkins Glen (New York) e Sonoma (California), mentre la Nationwide Series a Road America (Winsconsin) e Montreal (Canada). Il resto delle gare è su piste ovali, ma vediamo in quante e quali famiglie possono essere suddivisi questi impianti:

Short Track

La Bristol Motor Speedway è una vera e propria arena, dove il tutto esaurito è una costante
Sono piste la cui lunghezza è di massimo un miglio (1,6 km); l’inclinazione delle curve va da pochi gradi (es.: Martinsville) ai 36° di Bristol (l’inclinazione più elevata del campionato, tale che nel percorrere le curve non si riesce a vedere l’orizzonte). Sono le piste più insidiose per via del traffico che si viene a creare, con numerosi incidenti e caution, ma sono anche tra le più spettacolari per il pubblico: in queste piste le auto sono veramente vicine ed è molto facile seguire tutta l’azione.
Non tutte queste piste sono asfaltate: a Dover e Bristol il groove (la carreggiata) è in cemento, e su queste piste sono necessarie grandi frenate per inserire l’auto in curva, onde evitare testa-coda con conclusione contro il muro.

Speedway

Sono la maggior pate delle piste del campionato; alcune sono molto simili nella configurazione, con sottili differenze di inclinazione delle curve e dei rettilinei: è il caso del trio Charlotte – Atlanta – Texas (che fanno capo alla stessa proprietà, la I.S.C.), o della coppia California – Michigan. Oltre a queste ci sono altri disegni più esotici come Darlington (con i rettilinei non paralleli, caratteristica che rende le ultime 2 curve assai insidiose), Pocono (triangolare), Indianapolis (rettangolare) e Phoenix.

Sorpassi anche su 4 file, caratteristica della Michigan International Speedway
Su alcune di queste piste si toccano le punte di velocità più elevate del campionato, e tanti di questi tracciati hanno fatto la storia della categoria; l’inclinazione delle curve (“Banking”) è assai elevato (tra i 20 e i 30 gradi), e talvolta varia all’aumentare della distanza dall’apice. I duelli sono frequenti, facilitati dalla larghezza della carreggiata, dando vita alle gare NASCAR vere e proprie: grandi battaglie ad alta velocità, condite ogni tanto con qualche incidente.
Su queste piste i piloti devono staccare prima di entrare in curva, talvolta accarezzando anche i freni.

SuperSpeedway

Chiamati anche “Restrictor Plate Tracks” per via delle limitazioni all’aspirazione imposte alle auto, sono solo 2 i tracciati a fregiarsi di questa nomea: Daytona e Talladega; le velocità qui raggiunte sarebbero le più elevate in assoluto senza le restrizioni, obbligate nei primi anni ’90 a seguito di incidenti assai gravi verificatisi.
Su queste piste i piloti non staccano mai il piede dall’acceleratore durante la percorrenza di un giro, ed è fondamentale stare in scia per guadagnare millesimi preziosi; caratteristico di questi tracciati è il bump-drafting, ovvero spingere chi sta davanti: in questo modo quest’ultimo guadagnerà maggior velocità, così come chi sta dietro, permettendo di scalare anche l’intero gruppo.
Dal 2011 su queste piste si rivelano più proficui trenini di 2 vetture, piuttosto che 2 o 3 lunghe colonne di 10 vetture come accadeva in passato, e le gare su queste piste sono sempre le più ansiogene: non c’è mai pace, e da un momento all’altro può scaturire un incidente, una vera e propria pietra tombale sui sogni di gloria di molti piloti.
Infine va detto che, nonostante ad uno sguardo superficiale sembri che le piste ovali abbiano solo 2 curve, nel gergo comune queste sono 4 sia perché in certe piste lo sono (es: Indianapolis), sia perché é più comodo per tutti (piloti, meccanici, commentatori…) chiamarle così.

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